Recuperiamo la categoria del Sogno!

Lo scorso mercoledì 13 dicembre 2017, presso la sala convegni dell’Hotel Gabbiano, è stata presentata l’associazione politico – culturale “FUTURA”. Gli amici della neonata associazione hanno inteso invitare tutti a questa presentazione e tra gli altri anche noi di ALLEANZA PER MOLA – Laboratorio Comune.

Crediamo che gli spazi di discussione, soprattutto in politica, sono sempre un’occasione di crescita e di confronto per comprendere sempre meglio il punto di vista dell’altro e per migliorare il proprio. Per queste ragioni abbiamo ritenuto opportuno partecipare e, quando è stata data la parola ai cittadini, di intervenire.

Negli articoli redatti da Città Nostra, a seguito dell’incontro di costituzione dell’associazione, è stata fatta menzione (inaspettatamente) del mio intervento. Non pochi i messaggi a richiesta di chiarimento perché la sintesi non è amica del ragionamento. E il mio intervento voleva essere una riflessione ad alta voce della situazione politica locale: ma in questo momento particolare momento ogni pensiero è filtrato dalle lenti della campagna elettorale. In particolare A. Laterza, direttore del succitato mensile, nel pezzo “Quale futuro per Futura?” afferma: «E se è pur vero che tra giovani ci si intende meglio, è difficile ipotizzare che l’intervento di Giovanni Gallo (di “Alleanza per Mola”, lista civica di centrodestra) possa costituire un reale ponte d’incontro con “Futura” su un’ipotesi di governo locale. Anche se in politica, come si è detto, mai dire mai.»

Quel “è pur vero che tra giovani ci si intende meglio” suona alle mie orecchie come una scommessa ed una sfida (io ci credo!). Ecco perché di seguito una trascrizione del mio intervento al fine di (continuare) ad apportare contenuti al confronto in atto tra quei pochi che ancora credono che la politica nasca proprio da questo.


IMG-3433Buonasera a tutti.

Il discorso io credo che sia un altro. (Erano già intervenuti i giornalisti a chiedere se fosse o meno questa associazione nata a seguito della “questione delle tessere false” del PD).  L’amico Giuliano ha fatto un intervento fenomenale, ha dato un input. E noi non facciamo altro che continuare a giocare sulle beghe, sulle piccolezze, e questo perché forse noi “giochiamo a voler cambiare le cose”… non vogliamo cambiarle veramente…

Nello starter pack che hai fatto vedere prima c’erano quattro simboli: il palazzo Roberti, il porto, il lungomare e la poseidonia a Portecchia. Qualcuno arriverà un giorno a chiedermi scusa per quello che avete fatto? Questo è il ragionamento che faccio a mio padre! Ogni tanto per sfotterlo sul discorso politico gli dico: “Papà, arriverà il giorno in cui mi direte scusa per il sistema che avete realizzato, per tutto quello che avete combinato, per i debiti che io devo pagare, per il futuro che mi è stato ipotecato? Beppe Severgnini conclude un libro bellissimo, “Italiani di domani”  dicendo “I nostri padri hanno arredato l’Italia, a noi tocca pagare le cambiali”. Bene, questo è un punto. Qualcuno avrà il coraggio di chiederci scusa, un giorno?

Quindi tralascio gli interventi degli altri e mi fermo sull’intervento di Giuliano perché lo reputo un po’ più sincero, perché parte dalla mia stessa posizione: è giovane come me. Lui di sinistra, io sono di destra… è questo che qualifica o squalifica? Se insieme a Giuliano riuscissi a fare un intervento importante, vale di più perché è di destra? Vale di meno perché è di sinistra? O vale di più…?

Ecco perché quando noi abbiamo creato Alleanza per Mola, due anni fa, “fuori dai partiti” e dalla categorie dei destra e sinistra, pur provenendo dal centro destra, l’abbiamo creata per poter parlare con tutti perché se io penso che lui (Indicando Giuliano) abbia delle idee intelligenti io devo poter parlare con lui, io mi devo sedere al tavolo con lui, ragionare e  poter dire senza preconcetti “troviamo la soluzione migliore a quello che altri ci hanno lasciato”.

Abbiamo parlato stasera, ancora una volta, di ciò che faremo, di ciò che dobbiamo realizzare… non mi interessa in questa fase quali sono le criticità. Iniziamo a cambiare il racconto. Un esempio: Guglielmo Minervini, caro a tutti voi, buonanima, persona che io ho stimato, ho seguito, ho studiato… “Ah ma tu sei…vieni dalla destra…mamma mia…” bene, a vantaggio ancora una volta del fatto che le buone idee sono delle persone, dicevamo… la politica generativa è quanto più di attuale di cui oggi abbiamo bisogno. Abbiamo l’urgenza, ed è l’ora questa, in cui ci mettiamo a trasformare il racconto, le occasioni, le situazioni di disagio in azioni positive. Un esempio? Il comitato festa patria ha visto che non c’era niente per Natale! Si è dato da fare. I commercianti senza lamentarsi quest’anno hanno preso e hanno messo le luminarie. Nelle situazioni di disagio la strada la troviamo e quella diventa prassi, la prassi diventa metodo, e questo metodo oramai consolidato diventa opportunità.

E poi c’è una categoria che abbiamo perso: è romantica, è ideologica, come volete potete chiamarla. La categoria che abbiamo perso e che urge recuperare è quella del “Sogno”. C’era un programma di mandato bellissimo… che iniziava così “Cerchiamo d’interpretare i sogni dei figli degli agricoltori e dei marinai, di ogni genitore per i propri figli e costruiamo un progetto che abbia comunque l’odore dei carciofi colti all’alba e del pesce venduto al tramonto e i colori della terra e del mare, ma che abbia anche nuove sfumature di speranza per una generazione di cittadini che non deve sentirsi privata del suo futuro…” Non riusciamo a trovare la soluzione, come molesi,  perché non c’è chi ci indica la strada, la meta, perché stiamo ancora ripiegati su noi stessi nel dire “tu sei di destra, tu sei di sinistra, tu sei di centro, tu sei quello, tu sei quell’altro…!” ecco perché quando Rodolfo mi ha chiesto “chi sei?” un cittadino, un essere umano. Quindi la riflessione è: si chiama futura? Servirà per le elezioni? Oggi, in quest’ora, ho un’ora per comunicarci qualcosa? Credo che andare incontro all’altro senza preservativo mi fecondi? Credo che ascoltare ciò che mi dice l’altro senza il preconcetto crei in me un’idea nuova e quella poi si evolve? Che lo faccia tizio, che lo faccia caio, che lo faccia sempronio, io ho avuto il coraggio di farmi fecondare dall’altro, ho avuto il coraggio di sognare insieme.

Chi non lo sa fare, chi non è capace di sognare insieme, si faccia da parte. Che sia vecchio, o giovane, o giovanissimo… se non sai più sognare insieme, fatti da parte. Lascia spazio. Ma se non sono pronto ad ammettere le mie colpe, a cambiare, allora il futuro è alla mia portata! … e permettetemi, noi giovani non ci avviciniamo perché non ci date spazio.

Sto lanciando degli input, non ho ragione. Ho sicuramente meno ragione di voi. Voi avete sicuramente più ragione di me, però se ho suscitato un minimo di reazione dentro ciascuno, forse qualcosa l’abbiamo condivisa. Sarà servito forse anche per andare a casa e dire “Ho pensato un attimo”. Allora di sinistra, di destra…veramente è questo il valore, il motore, il carburante che mi spinge e mi serve a dire “facciamo le cose diverse”?

Nino! Quando tutti e due ci mettiamo vicino alla brace e diciamo “Oh ma come sarebbe bello fare questo… io lo farei in questo modo…” tutto ciò, dialogare e sognare insieme, è di destra o di sinistra?

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